I caratteri cinesi rappresentano una delle forme di scrittura più antiche di cui abbiamo testimonianza. “Carattere”, in cinese, viene scritto 汉字 e pronunciato hànzi.
Questo sistema di scrittura conta un numero ancora imprecisato di caratteri; nel corso degli anni, i dizionari hanno raccolto un numero sempre maggiore di caratteri; basti pensare che dai 9.353 caratteri del primo dizionario del II secolo d.C. (lo 说文解字 Shuōwén jiězì), i dizionari più recenti ne contano circa 55.000.
In questo articolo faremo un po’ di chiarezza sul complesso sistema linguistico cinese.
I caratteri cinesi, 汉字 hànzi, sono un sistema di fissazione grafematica in uso presso le popolazioni sinofone; sono quindi utilizzati, oltre che in Cina, anche in Giappone, Corea e Vietnam.
I caratteri costituiscono un sistema logografico: ogni singolo elemento (il carattere) rappresenta un morfema, spesso una parola.
Lo sapevi che…
Anche noi occidentali utilizziamo sistemi logografici! Un esempio sono i numeri arabi: nonostante la pronuncia di 1, 2, 3 vari da lingua a lingua, il loro concetto semantico rimane inalterato in tutte le culture.
I caratteri cinesi NON SONO (solo) ideogrammi. I caratteri cinesi “scrivono parole”, non solo concetti.
Un esempio è dato dal colore “rosso”. In cinese, esistono due diversi caratteri per definire il “rosso”, 红 hóng e 赤 chì; non sono ideogrammi perché esistono due referenti diversi (红 e 赤) per lo stesso concetto (il colore “rosso”). Inoltre, i due caratteri rappresentano graficamente due lessemi diversi della lingua cinese invece di un concetto cromatico indipendente dal lessema.
È impossibile quantificare con precisione tutti i caratteri esistenti o esistiti dall’antichità a oggi. Le stime quantitative approssimano a 60.000 il numero dei caratteri cinesi usati nel corso della storia.
L’inventario dei caratteri cinesi si è sviluppato “per accumulo”: i caratteri “nuovi” venivano semplicemente aggiunti alla lista dei caratteri già esistenti.
I sinologi concordano sul fatto che il numero di caratteri utilizzati realmente in ogni singola epoca non superi la soglia dei 10.000; in pratica, è sempre stata utilizzata solo una certa parte del totale dei caratteri esistenti in un certo momento.
Un rapido sguardo ai dizionari e ai rimari più importanti pubblicati nel corso del tempo ci può dare un’idea del processo di “accumulo” dei caratteri cinesi:
- Shuōwén jiězì 说文解字 (II secolo d.C.): 9.353 caratteri
- Rimario Qièyùn 切韵 (601 d.C.): 16.917 caratteri
- Dizionario Guǎngyùn 广韵 (1008 d.C.): 26.194 caratteri
- Dizionario Kāngxī 康熙字典 (1716 d.C.): 47.035 caratteri
- Dizionario Zhōnghuá dà zìdiǎn 中华大字典 (1915 d.C.): 49.905 caratteri
- Dizionario Hànyǔ dà zìdiǎn 汉语大字典 (1986 d.C.): 54.676 caratteri

Se intendete iniziare a studiare il cinese, volete farne una professione o semplicemente saperlo e basta, considerate che il sistema scolastico cinese prevede che, alla fine dei 6 anni di elementari, i bambini debbano conoscere circa 2.800 caratteri; un cinese medio adulto non conosce più di 6.000 caratteri, mentre per leggere i quotidiani ve ne bastano solo 3.000.
Quindi, se riuscite a leggere 7.000 caratteri e ne sapete scrivere senza indugi almeno 3.000, andate tranquilli, il vostro cinese è migliore di molti cinesi!
La cosa più interessante dei caratteri è comprendere le logiche che stanno dietro alla formazione di un carattere. Conoscere la teoria della composizione dei caratteri aiuta infatti notevolmente nello studio della lingua e nella memorizzazione della pronuncia e della scrittura.
La classificazione tradizionale dei caratteri risale al Shuōwén jiězì 说文解字 di Xu Shen (许慎), ca. 120 d.C. Nella sua opera, Xu Shen individua 6 categorie di composizione dei caratteri, i “sei principi della scrittura” che prendono il nome di liù shū 六书.
I pittogrammi, 象形 xiàngxíng, sono rappresentazioni grafiche di referenti concreti. In altre parole, sono immagini che raffigurano oggetti. Esempi di pittogrammi sono i caratteri:
日 rì = sole
月 yuè = luna
山 shān = montagna
人 rén = persona




Gli ideogrammi, 指事 zhǐshì, sono rappresentazioni iconiche di referenti astratti e rappresentano appunto concetti astratti. Esempi di ideogrammi sono:
上 shàng = sopra
下 xià = sotto
二 èr = 2
中 zhōng = centro




Gli ideogrammi complessi, 会意 huìyì, sono composti da 2 o più caratteri semplici che, uniti, danno vita a un nuovo carattere con un nuovo significato. Esempi di ideogrammi complessi sono:
女 nǚ (donna) + 子 zi (bambino) = 好 hǎo (buono, bene)
日 rì (sole) + 月 yuè (luna) = 明 míng (luminoso)
木 mù (albero) + 木 mù (albero) = 林 lín (foresta)
人 rén (persona) + 木 mù (albero) = 休 xiū (riposare)




I composti fonetico-semantici, 形声 xíngshēng, sono caratteri costituiti da un elemento che indica il campo semantico del carattere-parola e da un elemento che ne indica la fonetica/pronuncia. Alcuni esempi di composti fonetico-semantici sono:
洋 yáng (oceano)
Componente semantica (水 shuǐ, acqua) a sinistra, componente fonetica (羊 yáng) a destra.
功 gōng (successo)
Componente semantica (力 lì, forza, energia) a destra, componente fonetica (工 gōng) a sinistra.
花 huā (fiore)
Componente semantica (艹 cǎo, erba) sopra, componente fonetica (化 huà) sotto.
盒 hé (scatola)
Componente semantica (皿 mǐn, contenitore) sotto, componente fonetica (合 hé) sopra.
病 bìng (malattia)
Componente semantica (疒 nè, malattia) esterna, componente fonetica (丙 bǐng) interna.
问 wèn (chiedere, domandare)
Componente semantica (口 kǒu, bocca) interna, componente fonetica (门 mén) esterna.
La categoria delle estensioni di significato, 转注 zhuǎnzhù, indica i caratteri simili nella forma grafica, collegati nel significato da una radice etimologica affine e con una pronuncia analoga.
L’esempio classico di zhuǎnzhù è dato dai caratteri: 老 lǎo e 考 kǎo accomunati dal significato di “vecchio”, “anziano”, “antico”.
I prestiti, 假借 jiǎjiè, individuano caratteri che, per una questione di omofonia, hanno assunto un nuovo significato completamente slegato da quello originale.
Esempi di prestiti sono:
万 wàn (萬 in cinese classico)
In origine, il carattere aveva il significato di “scorpione”; oggi viene utilizzato con il significato di “diecimila”.
我 wǒ
Il carattere 我 indicava un certo tipo di sega; adesso ha la funzione di “io” (prima persona singolare).
来 lái
Il carattere 来 anticamente indicava un tipo di cereale; oggi significa “venire”.
单 dān
单 indicava “un’arma per la caccia o il combattimento”; oggi ha il significato di “singolo”, “semplice”, “dispari”.
- Basciano B., Ceccagno A., Shuobuchulai. La formazione delle parole in cinese, Bologna, Serendipità, 2009.
- John Jing-hua Yin, Fundamentals of Chinese Characters, Yale University Press, 2006.
- Qiu Xigui, Chinese Writing, Early China Special Monograph Series, n. 4, Chinese Popular Culture Project, 2000.
- Wieger L., Chinese Characters, Dover Publication Inc., 2000.